AppenninoPOP è un film, un documentario.
Prima però, è una visione, un’ipotesi, una bomba.
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Vogliamo cambiare il racconto.
L’inizio, il mentre e la fine.
Vogliamo dirvi che quello che vi hanno raccontato fino ad ora circa l’Appennino, ma più in generale, circa tutte le periferie montane d’Italia, non funziona, non regge.
È sotto gli occhi di tutti che abbiamo commesso un grande errore a considerare i centri urbani come gli unici luoghi di ricchezza e sviluppo per gli esseri umani.
Non ci siamo accorti, troppo coinvolti e distratti come siamo, che non è così.
Se è vero che in città ci sono una moltitudine di eventi e possibilità, è altrettanto vero che il buio, il silenzio, l’aria buona e il cibo di qualità, ad esempio, rappresentano una grande ricchezza e sono portatori di possibilità preziose, introvabili altrove.
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Ci hanno ingannato tutti quindi.
Prendiamone atto.
Ci hanno fatto credere che in montagna, in campagna, non ci sono possibilità di crescita.
Ci hanno dimostrato con i fatti, che in queste aree non conviene investire, non conviene ipotizzare una vita di benessere e serenità.
Ci hanno ingannato.
Ci siamo fatti ingannare.
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AppenninoPOP parla una nuova lingua, suggerisce una altra rotta, forse inedita, rispetto a questi luoghi, raccontandoli non più come isolati e depressi ma come aree dalla bellezza straordinaria e ricche di occasioni.
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Se in Appennino non c’è niente, dove si trova il tutto?






Maurizio Carucci
A vent’anni lascia la città per andare a vivere in montagna.
Da quando ne ha 25 lavora in agricoltura, prima come bracciante agricolo, poi come coltivatore diretto.
Vive e lavora in Appennino, in Val Borbera, terra a cui sta offrendo tutto il suo tempo.
E’ un camminatore, un viaggiatore di prossimità, percorre lunghi cammini per esplorare il mondo partendo spesso da casa sua dalla sua azienda agricola.
Scrive canzoni e canta solo quando le coltivazioni glielo permettono e ipotizza futuri e presenti attraverso la scrittura.
Insieme alla sua compagna, nel 2011 fonda Cascina Barbàn, un progetto
agricolo ampio, collettivo, che si basa sul recupero e sulla coltivazione naturale
di vecchie varietà di vite, di frutta e di verdura, sul vino e su progetti di sviluppo territoriale.
Cosimo Bruzzese
Dopo gli studi in cinema e tv presso il Dams di Bologna, comincia a lavorare nel 2006 come producer e cinematographer su videoclip che negli anni lo portano collaborare con Baustelle, Tre Allegri Ragazzi Morti, Ex-Otago, Irene Grandi, The Zen Circus, Enrico Ruggeri, Caparezza, Raf, Ligabue e Lo Stato Sociale. Interessato ai vari aspetti del film- making e dai cambiamenti in atto nel settore, affianca il montaggio e la motion graphic alle sue competenze e inizia a collaborare con agenzie pubblicitarie e network televisivi, quali Viacom, in qualità di creative producer e regista.
Appassionato ai temi sociali, si reca in Cambogia nel 2016 per realizzare gli spot per sms solidale e le immagini per documentare le attività della ONLUS Mission Bambini. Nel 2018 firma la direzione della fotografia per il documentario sulle attività della ONLUS Fondazione Francesca Rava ad Haiti. Oggi vive Milano dove lavora in qualità di regista, cinematographer ed executive producer su Spot per TV e Web, Promo e Programmi TV, Fashion Videos, Videoclip e Corporate Film. Il documentario e il cortometraggio sono gli ambiti di interesse ai quali rivolge parte della sua attività.


Elisa Brivio
Si occupa di comunicazione e produzione in ambito culturale. Conseguita la laurea in Filosofia, si specializza in Management Artistico e in ambito fotografico e inizia a collaborare con enti culturali fra cui la Provincia di Milano Settore Cultura, il Museo di Fotografia Contemporanea, la Biblioteca Nazionale Braidense. Dal 2006 al 2010 lavora alla Triennale di Milano.
Trasferitasi a Genova, lavora per quattro anni nell’Ufficio Stampa di Palazzo Ducale.
Dal 2016 collabora con il giornalista e scrittore Paolo Rumiz: con lui e con il regista Alessandro Scillitani realizza i documentari Il canto del ritorno e Ritorno sui monti naviganti (ricerche, produzione, aiuto regia). Da tre anni affianca Rumiz durante le sue tournée con l’orchestra internazionale ESYO. Lavora al concept e alla produzione di progetti musicali e multidisciplinari con l’Ensemble Schicht-En di Berna. Collabora con diversi festival, occupandosi di programmazione e relazioni con i media.
Eugenio Soliani
Nato a Bologna nel 1991.
Ha le radici familiari salde nell'Appennino Modenese dove ha iniziato per passione a occuparsi di social media, promozione del territorio e fotografia, fino a farlo diventare il suo lavoro.
Attualmente vive a Firenze, abbastanza vicino per poter continuare a scrutare le montagne da lontano.
